Luci al LED
prolungano artificiosamente la
veglia.
La mente giace inerte
rinchiusa nel cubicolo
da lei stessa creato.
Una voce lontana
all'improvviso
scuote i sensi,
neri e densi come pece.
Il dubbio che provenga da dentro,
ennesima beffa dell'inconscio,
viene presto fugato
e con un sussulto primordiale
la parete si infrange.
Formicolio degli arti
ridotti a pesanti appendici,
Aria fresca sulle pupille aride
riempe le crepe purpuree
come pioggia torrenziale nel deserto.
Onde di luce rivelano lo scibile,
l'orizzonte si espande,
la mente è libera di proiettarsi
oltre il limite dell'immaginazione.
Riecco quella voce!
viaggia rapida
trasportata dal vento,
contorni più definiti,
mi avvicino alla fonte.
Un altro essere
incredibilmente simile a me
si rivela.
Mi specchio nei suoi occhi.
Esisto.
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